Filtri sui social: il rovescio della medaglia

I filtri sui Social possono così sembrare così divertenti ed innocui, ma siamo sicuri che non abbiano un rovescio della medaglia? Purtroppo hanno anche un impatto negativo e sarebbe bene discuterne. In questo articolo di blog, vorrei sollevare alcune problematiche che da troppo tempo passano inosservate o sottovalutate.

Sono numerosi gi studi che concordano ora di mostrare gli effetti dannosi del consumo di alcuni contenuti digitali sull’immagine di sé e sulla soddisfazione del corpo. nell’era di insta-celebrity, prendere consapevolezza del meccanismo di self-oggetificazione e fare conoscenza dei rischi associati ai social media rappresenta una grande sfida per i ricercatori nelle scienze dell’informazione e della comunicazione.

i filtri sui social

Intrattenimento?

I social podevano essere nati con l’intento dell’intrattenimento e della pubblicità, ma ora, nel 2023 sono emerse problematiche di cui sarebbe bene parlare maggiormente.

Nel marketing è emerso un nuovo filone di ricerca, consistente nello studio degli effetti problematici delle attività dei social media sul benessere degli utenti: ansia, stress, depressione, ecc.

I filtri, i suicidi dei più giovani, le malattie dei disturbi alimentari, ed altre problematiche, ci spingono ad arricchire le riflessioni sulle conseguenze delle ingiunzioni fisiche veicolate dai social media visivi.

Si apre un vaso di Pandora sulle questioni relative all’immagine corporea e all’oggettivazione vissute su Instagram e soprattutto sulla loro influenza sui più giovani.

Oltre le apparenze fisiche e i filtri

La condivisione di contenuti visivi (foto e video) è uno degli usi più frequenti dei social media. Questi promuovono l’espansione del capitale sociale e l’espressione di sé. Sono anche spazi in cui gli utenti si mettono in scena e dove l’aspetto fisico sembra essenziale. C’è infatti l’evidenziazione di canoni di bellezza difficili da raggiungere e una sovrarappresentazione del corpo femminile.

L’ultimo filtro creato dalla AI su TikTok si chiama Filtro Glamour ed è così naturale che se ti passi la mano davanti alla faccia, non fa notare di averlo selezionato. Risultato? Pelle ringiovanita, effetto liftino e trucco perfetto.

Un problema culturale

Sarebbe più sano una cultura che proponga vari contenuti multimediali del corpo (attraenti vs. poco attraenti; normali vs idealizzati; ritoccati vs immagini non ritoccate. Tutto questo in un mondo ideale, perché anche nelle riviste e in tele esisteva giù il problema del “cerone” e la “photoshoppata”.

Proprio per questo i contenuti che offrono immagini idealizzate di corpi femminili suscitano una maggiore oggettivazione rispetto a quelli di corpi “normali” (non idealizzati), riscuotono più successo. Inoltre, la non conformità con gli stereotipi di bellezza vigenti espone anche a pratiche oggettivanti, cioè a ridurre la persona umana a ciò che può servire agli altri, cioè a un oggetto.

Tali pratiche fanno parte di una certa norma sociale che sembra ampiamente accettata su queste reti, soprattutto dagli utenti (uomini).

Oggettivazione


Ci siamo affidati alla teoria psicosociologica dell’oggettivazione perché ci permette di esaminare in modo scientifico un fenomeno evidenziato almeno dalla seconda metà del XX, la società occidentale mette più pressione sulle donne per quanto riguarda il loro aspetto fisico che sugli uomini. Tuttavia, questo fenomeno riguarda tutti i generi.

Giovani e “troppo giovani”


Un altro problema, sollevato specialmente dall’utilizzo di TikTok è quello dell’esposizione precoce a immagini di corpi femminili sessualizzati, idealizzati e stereotipati porta le donne a interiorizzare l’idea di essere valutate principalmente dagli altri in base ai loro attributi fisici.

Si parla poi di auto-oggettivazione, un fenomeno che sembra esacerbato dai social network e le cui conseguenze possono essere depressione, ansia e disturbi alimentari, soprattutto tra le ragazze adolescenti.

Body Positive


Per contrastare questi misfatti, nei media sono apparsi movimenti come “Body Positive” per evidenziare una diversità di morfologie. Molti marchi hanno seguito questa tendenza nei loro messaggi pubblicitari, anche se alcuni sono sospettati di “raccogliere” questa tendenza per scopi puramente commerciali.

La messa in scena del fisico perfetto sui social network non è necessariamente un “venditore” per i brand. I consumatori, infatti, favoriscono la vicinanza a un modello percepito come ‘normale e piacevole’, che può far parte della comunità. D’altra parte, anche evidenziare il fisico atipico non è apprezzato perché è considerato stigmatizzante e genera meno empatia.

b.pramaggiore

Docente e informatico da oltre vent'anni: Excel, Social Media Marketing. Specializzato in crescita organica gestisco i social e posso esserti di supporto con consulenze mirate allo sviluppo e crescita della tua azienda. Eseguo riparazioni PC, Mac e installazioni periferiche, offro assistenza da remoto e a domicilio. Creo siti Web e gestisco blog, amo la tecnologia, la natura e sono molto curioso.

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